domenica 14 aprile 2013

Giornata regionale del Verde Pulito

Si è svolta domenica mattina 14 aprile la giornata regionale del verde pulito. Prà Cumùn ha aderito con numerosi soci e con tanti bambini, che hanno ripulito i boschi che costeggiano la strada che da Vararo porta all’altra frazione di Casere. Gli adulti si sono invece dedicati ad un più impegnativo lavoro di pulizia delle scarpate lungo la strada provinciale n° 8 che sale da Cittiglio a Vararo. Incredibile la quantità e la varietà di rifiuti raccolti e precedentemente scaricati abusivamente da quelli che possiamo definire, senza paura di sbagliare, incivili ignoranti, irrispettosi di quel bene comune prezioso che è la natura. E poi, pensiamoci bene, ma sporcheremmo a casa nostra? La riempiremmo di rifiuti? E allora perché sporchiamo i boschi della nostra bella Italia che è anche la nostra casa? Tra i rifiuti, anche sacchi contenenti parti macellate di animali selvatici, che è stato impossibile recuperare a causa del loro avanzato stato di decomposizione. Si tratta sicuramente di rifiuti derivanti da attività illecita di bracconaggio, purtroppo ancora ben radicato tra le montagne della Valcuvia e per il quale si auspica un più incisivo intervento delle autorità di vigilanza venatoria e di Polizia.
Peccato che quest'anno, la Regione Lombardia e la Provincia di Varese, non abbiano elargito il consueto contributo economico ai gruppi che hanno partecipato. Seppur irrisoria, la cifra ha sempre rappresentato un valido sostegno a quelle associazioni come la nostra che si mantengono con le sole quote dei soci e con poche centinaia di €uro. Inoltre, era anche un segno di considerazione per l'innegabile lavoro svolto dai cittadini, che spesso si devono sostituire alle amministrazioni in compiti che sarebbero di loro completa competenza. E in un momento come questo, dove ogni giorno gli scandali degli sprechi della politica sono sulla bocca di tutti, fa veramente riflettere che i tagli sembrano ancora una volta partire dalla parte sbagliata.
Le foto parlano comunque da sole di quale sia il grado di inciviltà di alcuni.
 Un caloroso Grazie a tutti i volontari che hanno partecipato e un Grazie particolare a Mario Vincenzi, coordinatore della Protezione Civile di Cittiglio, che con la sua preziosa collaborazione ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione.


venerdì 12 aprile 2013

Progetto Natura 2000

 Progetto Natura 2000
E’ ormai evidente che i cittadini dell’UE, mostrano da tempo un grande interesse per la conservazione della natura, sempre più riconosciuta come elemento prezioso del nostro patrimonio comune. Quindi, tra i tanti obiettivi dell’Unione Europea, non poteva mancare quello della tutela della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, oltre alla protezione della fauna e della flora selvatiche presenti su tutto il territorio degli Stati membri. A tale scopo, quasi 20 anni orsono, è stata creata una rete ecologica di zone speciali protette, denominata "Natura 2000", a tutela degli ambienti naturali preziosi per l’uomo.
Tutto nasce nel 1992, con l’approvazione della Direttiva 92/43/CEE denominata "Habitat" e delle sue successive modifiche, fino all’ultima del gennaio 2007, conosciuta come Direttiva 2006/105 CE, pubblicata sulla GU L 363 del 20.12.2006. Quest’ultima, è stata la naturale conseguenza dell’ingresso progressivo nell’Unione di nuovi Stati membri. L’allargamento a questi nuovi paesi, ha portato perciò anche nuovi importanti elementi di biodiversità, come quelli presenti nelle 3 nuove regioni biogeografiche comprese tra i nuovi confini comunitari e per la precisione quella del Mar Nero, quella pannonica e quella steppica.
Ma, senza allontanarci così tanto dalla nostra bella Italia e restando tra gli altrettanto bei monti delle nostre valli prealpine, è interessante scoprire che, tra le centinaia di siti degni di tutela individuati in tutta Europa e definiti con l’acronimo di SIC (Sito di Importanza Comunitaria o Site of Community Importance), ben 4 si trovano proprio nel territorio dei nostri comuni valcuviani. Il più vasto di essi è quello denominato appunto "dei monti della Valcuvia", che comprende oltre 1600 ettari di territorio montano, seguito da quelli del "versante nord del Campo dei Fiori ", con 1300 ettari, "delle grotte del Campo dei Fiori", con quasi 900 ettari, per finire col più piccolo "del Monte di Sangiano", con 195 ettari. Per ognuno di essi, i motivi che li hanno resi degni di essere tutelati sono diversi e vanno da alcune specie animali rare, fino alla presenza di essenze arboree e vegetali la cui preservazione è di grande importanza ecologica. Da notare che nella nostra provincia, sono stati ndividuati anche altri 6 siti tra la val Veddasca e la val Ganna e tra il lago di Varese con le sue paludi e il fiume Ticino , che la rendono così una tra le zone più ricche d'Europa, in cui sono presenti biodiversità da salvaguardare.
Ma, quali sono le conseguenze per un territorio che viene individuato tra quelli di interesse comunitario? I primi attori sono senza dubbio le pubbliche amministrazioni , come le Comunità montane, gli Enti Parco e le Provincie, che devono intraprendere una serie di azioni per garantire la tutela dei territori ricadenti nei loro confini. In primo luogo è bene ricordare che la citata Direttiva 92/43/CEE, prevede che già al momento della designazione di un SIC e della sua iscrizione nell’elenco ufficiale degli Stati dell’Unione Europea, lo stesso diventa da subito soggetto a quanto previsto dall’Art. 6 paragrafi 2,3 e 4 della direttiva. Inoltre, dal momento della sua designazione e in un periodo di tempo che non deve superare i 6 anni, lo stesso sito deve diventare una ZPS o Zona di Protezione Speciale, secondo quanto previsto anche dalla direttiva 79/409/CEE o direttiva Uccelli. Questo significa che, anche per i nostri siti vale quale ultima data di designazione come ZPS, il 10 giugno 2004. Ciò, a causa del ritardo nella presentazione degli elenchi aggiornati da parte dei vari Stati, ritardi che si protrassero fino al 10 giugno 1998. Non mancano poi tutta la serie di Leggi nazionali e regionali, tra le quali D.Lgs 152/99 e la Legge regionale n° 33 del 1977, a regolare la gestione dei SIC.
Ma, in pratica, cosa cambia per il territorio e i suoi abitanti? Innanzittutto, la direttiva Habitat vuole riconoscere il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali, hanno permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Per fare un esempio, alle aree agricole sono normalmente legate diverse specie animali e vegetali ormai rare e minacciate, la cui sopravvivenza è spesso legata a filo doppio con le stesse attività tradizionali presenti sul territorio, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Per questo motivo, il progetto si pone anche l'obiettivo di conservare gli habitat semi naturali, come i boschi utilizzati per il taglio della legna, le coltivazioni a carattere tradizionale e l'allevamento di animali che utilizzano i pascoli per la loro alimentazione. Per garantire questi obiettivi i SIC devono perciò essere gestiti per mezzo di un articolato e mirato piano di gestione, stilato dagli Enti locali di zona.
A tale scopo, la Comunità montana Valli del Verbano tra il 2010 e il gennaio 2011, ha redatto e approvato i piani di gestione dei SIC dei monti della Valcuvia e del monte di Sangiano, introducendo una serie di regole fondamentali. Tra i punti più importanti ci sono il recepimento nei PGT (Piani di Governo del Territorio comunali), dei cosidetti varchi nella rete ecologica e cioè del controllo della costruzione o dell'ampliamento di edifici, della realizzazione di recinzioni o altri ostacoli che potrebbero precludere il libero passaggio della fauna e i progetti di trasformazione dei terreni adibiti ad attività agricola di montagna. Segue poi la pianificazione forestale, che deve prevedere un regolamento per il taglio dei boschi, che cerchi sia di semplificare l’attività dei tagliatori ma che, al tempo stesso, garantisca che i tagli e la conservazione delle specie e del sottobosco, siano effettuati secondo una logica di buona esecuzione e rispetto ambientale. Anche le attività a indirizzo turistico e i lavori necessari a garantire le necessarie infrastrutture ricreative, sono altrettanto soggette ad autorizzazione e controllo. Per ultime, nel piano di gestione sono inserite anche le regole per l’effettuazione di manifestazioni di vario genere, dove salta all’occhio l’assoluto divieto in prossimità e dentro le zone boscate, di attività motoristiche o comunque inquinanti. E qui viene legittima una domanda: come può essere presente e autorizzata ogni anno in una zona europea a protezione spciale, una manifestazione motoristica sportiva come un rally ? Giriamo la domanda ai responsabili degli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni.
Ma le aree di protezione non sono solo una fonte di limitazioni e divieti. Il progetto Natura 2000, che coinvolge oggi il 18% del territorio dell'intera UE, vuole anche essere in sintonia con le realtà locali, cercando di creare nuove opportunità economiche grazie allo sviluppo di servizi legati all'ecosistema, come la fornitura di prodotti alimentari e forestali garantiti o attività direttamente connesse ai siti, come il turismo. Questo potrebbe portare nuove fonti di occupazione, il consolidamento del tessuto sociale delle realtà montane del nostro territorio e un conseguente miglioramento della qualità generale della vita, insieme alla conservazione del patrimonio comune, sia ambientale che storico e culturale.

Fulvio Vanetti
Associazione Culturale Prà Cumùn - Vararo e Casere

bibliografia: Direttiva 92/43/CEE Habitat - Direttiva 2009/147/CE Uccelli -
 Commissione europea: La gestione dei siti Natura 2000 guida all'interpretazione dell'Art. 6 della direttiva Habitat -
Comunità montana valli del Verbano: Piano di indirizzo forestale sul territorio non assestato studio per la valutazione di incidenza sui SIC -
Varese News: stanziamento di 30.000 € di fondazione Cariplo per realizzazione del piano di gestione SIC Valcuvia e Sangiano.